ODESSA (UCRAINA) (ITALPRESS) – La prestigiosa rivista Time gli ha dedicato una copertina e lo ha consacrato come una delle 100 persone più influenti al mondo nel 2022. É il comandante in capo delle forze armate dell’Ucraina Valery Zaluzhny, il genio militare che ha umiliato il secondo esercito del mondo. Il merito del “generale di ferro” è quello di aver rivoluzionato l’organizzazione del piccolo e giovane esercito ucraino in meno di 7 mesi. Quando, il 27 luglio 2021, il presidente Zelensky nominó nuovo comandante in capo delle Forze Armate dell’Ucraina un generale di 48 anni, la scelta sembró avventata a qualche esperto militare. Infatti, Zaluzhny aveva la reputazione di comandante grintoso e innovativo, e di persona molto affabile, ma era anche considerato un po’ troppo informale con i soldati, con cui occasionalmente si fermava a pranzare in mensa, invece del tipico stile austero di stampo sovietico. Tuttavia, Zelensky non rimpiangerá mai di aver fatto questa nomina. Quasi tutti gli esperti militari internazionali avevano pronosticato la inevitabile fine dell’Ucraina, troppo svantaggiata rispetto alla potenza dell’esercito russo. Oggi, le accademie militari di tutto il mondo stanno studiando questo conflitto che ha ribaltato molti luoghi comuni della Guerra Fredda, mettendo a confronto la dottrina militare russa, figlia di quella dell’Armata Rossa, con l’arte della guerra degli Ucraini; un mix di moderne tattiche Nato con alcune innovazioni per adattarsi alle caratteristiche del territorio e del nemico. Zaluzhny rappresenta la nuova generazione di ufficiali, che ha scelto l’abbandono della dottrina appresa nelle scuole militari sovietiche, adottando gli standard degli eserciti dei Paesi occidentali. Infatti, il generale di ferro è il primo capo dell’esercito ucraino a non aver frequentato le scuole di guerra di Mosca o San Pietroburgo come i suoi predecessori. La riorganizzazione di Zaluzhny ha introdotto modalitá di combattimento decentralizzate e più agili rispetto al modello russo. E ha plasmato un gruppo di ufficiali dalla mentalità professionale aperta, pronti alla sfida dell’innovazione. Infatti, tra i suoi primi provvedimenti da capo dell’esercito ci fu quello di autorizzare le unitá a reagire agli attacchi nemici senza dover aspettare l’autorizzazione dai comandanti superiori, come avveniva in passato, e di eliminare la burocrazia non necessaria per gli ufficiali in combattimento. Parlando dei suoi giovani ufficiali, il generale ha detto: “Queste sono persone completamente diverse. Non sono come noi quando eravamo tenenti. Si tratta di nuove leve che cambieranno completamente l’esercito in cinque anni. Quasi tutti conoscono bene una lingua straniera, sanno lavorare con le nuove tecnologie, sono ben acculturati. Neanche la società permetterà di tornare indietro al tipo di esercito del 2013”; cioé prima della guerra del Donbass. A loro volta, i militari che hanno servito sotto Zaluzhny lo definiscono un comandante molto aperto, che comprende i problemi dei soldati e “non pensa che le stelle sulle spalline siano una scusa per essere arroganti”. Zaluzhny e il suo corpo ufficiali erano consapevoli, sin dal 2014, di doversi preparare ad una guerra totale con la Russia. In questi anni, i soldati ucraini hanno potuto prepararsi in centri di addestramento Nato nell’Ucraina occidentale, creati da Stati Uniti, Regno Unito e Canada, dove hanno portato la loro esperienza di combattimento nel Donbas contro le milizie separatiste e i loro consiglieri militari russi. Come ha detto il ministro della difesa Reznikov “l’esercito ucraino ha la libertà di prendere decisioni a tutti i livelli. Lo fanno in fretta, a differenza dei russi”. Infatti, i russi hanno messo in campo una forza più grande, in termini di carri armati, artiglieria e aviazione, ma costretta da un piano di battaglia rigido. Mentre gli ucraini erano in grado di prendere l’iniziativa e agire in modo autonomo a seconda della situazione sul campo, il vecchio modello sovietico di comando verticistico ha paralizzato le unità russe che durante l’invasione incontravano una resistenza imprevista, obbligando i generali ad avvicinarsi al fronte, dove molti sono stati localizzati dagli Ucraini e sono rimasti uccisi. All’inizio di febbraio, la minaccia dell’esercito russo dispiegato alle frontiere era crescente. Zaluzhny lanció una serie di esercitazioni militari con migliaia di truppe per simulare un attacco russo e prepararle alla difesa. Proprio quelle manovre misero a nudo alcune crepe nel sistema difensivo ucraino e Zaluzhny fu obbligato a sferzare i suoi generali perché prendessero seri provvedimenti per preparare l’esercito all’imminente invasione. Furono subito effettuati trasferimenti nascosti di truppe e armi fuori dalle loro basi e verso altre parti del paese. Fu mimetizzata la dotazione militare: aerei, carri armati e veicoli corazzati, nonché le batterie antiaeree, indispensabili per mantenere il controllo dei cieli. “Temevo che avremmo perso l’elemento sorpresa”, disse Zaluzhny poi in una intervista. “Avevamo bisogno che l’avversario pensasse che fossimo tutti schierati nelle nostre solite basi, a fumare erba, guardare la TV e postare su Facebook”. Quando l’invasione inizió la mattina del 24 febbraio, il generale aveva basato la sua strategia di difesa su due obiettivi: 1) la difesa di Kiev a tutti i costi; 2) il logoramento del nemico in tutti gli altri settori, anche a costo di cedere territorio in alcune regioni. Si trattava di applicare una tattica “alla finlandese”: lasciare avanzare il nemico e poi distruggere le sue colonne in testa e le linee di rifornimento nelle retrovie, come nella Guerra d’inverno del 1939, quando la Finlandia fu attaccata da Stalin. Al sesto giorno di invasione, il generale si rese conto che la tattica stava funzionando. I russi non erano riusciti a prendere gli aeroporti intorno a Kiev ed erano avanzati abbastanza in profondità da lasciare le loro linee di rifornimento scoperte e vulnerabili agli attacchi. Zaluzhny rimase sorpreso dagli errori del nemico: nonostante la forte resistenza e la scarsitá di rifornimenti, i russi non si ritiravano, né cambiavano le direttrici d’attacco. “Hanno spinto i loro soldati al massacro – osservó il generale – e hanno creato lo scenario che più ci favoriva”. Dopo la prima fase della resistenza e la stasi estiva, con entrambi contendenti fermi a recuperare le forze, alla fine di agosto venne il momento del contrattacco ucraino: la finta offensiva a sud su Kherson e lo sfondamento a sorpresa delle linee russe a Kharkov (Kharkiv) nel nord-est dell’Ucraina. Anche in questo caso la struttura di comando flessibile delle forze ucraine fu cruciale. Quando Zaluzhny si accorse che le unitá del nemico prese alla sprovvista si ritiravano precipitosamente, lasciando dietro di sé armi e attrezzature, riuscí a lanciare rapidamente nell’attacco nuove riserve per sfruttare la breccia creata nelle linee russe. Questo inverno Zaluzhny sfrutterá la pausa per preparare le sue truppe per l’offensiva di primavera, ma senza escludere altri colpi di scena. Non dimentichiamo che durante la seconda guerra mondiale l’Armata Rossa sfruttó il terreno indurito dal freddo per lanciare offensive contro i tedeschi. Ma il generale di ferro pensa anche al futuro. “Sapendo quello che so in prima persona sui russi, ritengo che la nostra vittoria non sarà definitiva. La nostra vittoria sarà solo un’opportunità per prendere fiato e prepararci per la prossima guerra”.
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