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  • redazione

Terremoto, bilancio delle vittime si aggrava ma c’è ancora speranza



In Turchia e Siria il bilancio delle vittime del terremoto continua ad aggravarsi e supera i 23 mila morti. La situazione nei due paesi resta difficile, mentre prosegue il lavoro dei soccorritori. L’alto commissario per i diritti umani dell’Onu ha chiesto un “cessate il fuoco immediato” in Siria e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che 5,3 milioni di persone potrebbero essere rimaste senza casa nel Paese. In Turchia si contano 19.875 morti, secondo quanto riferito da Anadolu che cita l’agenzia per i disastri e le emergenze del paese. In Siria, in base a quanto riportato da Sky News, le vittime sono 3.384. “Anche se al momento disponiamo della più grande squadra di ricerca e soccorso al mondo, è una realtà che gli sforzi di ricerca non sono così veloci come avremmo voluto”, ha detto, secondo quanto riportato dal Guardian, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che anche oggi si trovava nelle zone colpite dal terremoto. Anche in Siria la situazione è complessa. Per l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, 5,3 milioni di persone potrebbero essere rimaste senza casa in Siria. Per questo, ha spiegato Sivanka Dhanapala, rappresentante dell’Unhcr nel paese, l’agenzia dell’Onu ha inviato gli aiuti nelle aree colpite dal terremoto, concentrandosi sul fornire ripari e beni di prima necessità, assicurandosi che i centri per gli sfollati si siano dotati di servizi adeguati, oltre a tende, coperte, indumenti invernali e altro. “Per la Siria, questa è una crisi nella crisi”, ha detto. Oggi il presidente siriano Bashar al-Assad e la first lady Asma hanno fatto visita all’ospedale di Aleppo e alle regioni colpite dal terremoto, ha riferito l’agenzia siriana Sana. Nel frattempo gli Stati Uniti hanno annunciato un temporaneo allentamento delle sanzioni. “Le sanzioni statunitensi in Siria non ostacoleranno gli sforzi per salvare le vite del popolo siriano”, ha detto il vice segretario al Tesoro, Wally Adeyemo. Si è deciso, quindi, per una “licenza generale” in modo che “coloro che forniscono assistenza possano concentrarsi su ciò di cui c’è più bisogno: salvare vite e ricostruire”. Intanto l’alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Volker Türk, ha chiesto “un cessate il fuoco immediato in Siria e il pieno rispetto dei diritti umani e degli obblighi del diritto umanitario in modo che gli aiuti possano raggiungere tutti”, si legge in un tweet. I soccorsi nei due paesi proseguono e oggi altre persone sono state messe in salvo, estratte vive dalle macerie degli edifici crollati dopo oltre cento ore dal sisma. Continua anche il lavoro di supporto dell’Italia, coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile nell’ambito del Meccanismo europeo. Stamattina dal porto di Brindisi è salpata la Nave San Marco di Marina Militare con a bordo i volontari della colonna mobile piemontese, un ospedale da campo messo a disposizione dalla Regione Piemonte e materiale sanitario donato dalle Regioni Abruzzo e Puglia. Inoltre, tende e brandine in grado di ospitare mille persone sono state offerte alle autorità siriane. Intanto i Vigili del fuoco italiani hanno fatto sapere che la squadra Usar, impegnata da quattro giorni nelle operazioni di soccorso ad Antiochia, nel Sud della Turchia, ha recuperato stamattina il corpo di una quinta vittima, un ragazzo, mentre restano due le persone che sono state salvate.

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