Rinoplastica, Skerdi Faria “Mai rinunciare alla sicurezza”
redazione
4 dic 2024Tempo di lettura: 3 min
ROMA (ITALPRESS) – La morte di una giovane di soli 22 anni deceduta durante un intervento di rinoplastica in Italia, ha riacceso il dibattito sull’importanza della sicurezza negli interventi chirurgici e sui rischi associati all’anestesia. Secondo Skerdi Faria, specialista in anestesia e rianimazione e ricercatore nel campo degli studi medici e fondatore di KEIT Day Hospital, una tragedia del genere può derivare da molteplici fattori, tra cui reazioni avverse all’anestesia, mancanza di attrezzature adeguate o errori nella valutazione pre-operatoria. “In un contesto come uno studio medico, spesso mancano le risorse per affrontare emergenze che, se gestite tempestivamente, possono salvare la vita del paziente. Un arresto cardiaco o una grave reazione allergica richiedono la presenza immediata di apparecchiature per la rianimazione avanzata e personale esperto”, spiega.L’anestesia, benché oggi sia sicura quando eseguita in ambienti appropriati, non è priva di rischi. Tra i principali si trovano reazioni allergiche gravi che possono portare a shock anafilattico, complicazioni respiratorie causate da intubazioni non corrette o difficoltà nelle vie aeree, e arresti cardiaci dovuti alla sensibilità del paziente ai farmaci anestetici. “Questi rischi”, sottolinea Faria, “sono estremamente rari in contesti ospedalieri o cliniche attrezzate, dove esiste una stretta sorveglianza intra-operatoria e la possibilità di intervenire prontamente”.Un aspetto cruciale della sicurezza chirurgica è l’ambiente in cui viene eseguita la procedura. “Gli studi medici non sono progettati per gestire emergenze gravi”, spiega il medico. “Le cliniche e gli ospedali, invece, dispongono di unità di terapia intensiva, macchinari per la rianimazione e personale specializzato in grado di reagire immediatamente”, prosegue.Un elemento fondamentale è la presenza di apparecchiature moderne per l’anestesia, che garantiscono la somministrazione precisa e sicura dei farmaci, come l’anestesia endovenosa totale (TIVA), che consente un controllo costante e accurato dello stato del paziente. Questi sistemi permettono di adattare la quantità di anestetico in tempo reale, minimizzando i rischi di sovradosaggio o reazioni avverse.Inoltre, le sale operatorie ben attrezzate sono dotate di sistemi di flusso laminare dell’aria e filtri HEPA, che garantiscono un ambiente sterile riducendo la presenza di particelle e agenti patogeni nell’aria. Questi sistemi giocano un ruolo cruciale nella prevenzione di infezioni post-operatorie.Un’altra garanzia di sicurezza è rappresentata dai controlli periodici e rigorosi sulle apparecchiature mediche, che devono essere testate e certificate regolarmente per assicurarsi che funzionino in modo ottimale. “Questi standard di qualità e sicurezza”, sottolinea Faria, “non possono essere garantiti in ambienti come studi medici privi di infrastrutture adeguate”.Un altro fattore determinante per prevenire tragedie come quella di Agata è una corretta preparazione pre-operatoria. “Prima di ogni intervento – spiega ancora il medico – è fondamentale che il paziente si sottoponga a una consulenza approfondita, durante la quale vengono analizzati diversi aspetti come la storia clinica, eventuali allergie, e le condizioni fisiche generali, incluse eventuali malattie croniche. Anche il digiuno prima dell’intervento è cruciale per evitare complicazioni durante l’anestesia, come il rigurgito e l’aspirazione polmonare. Questo tipo di complicazione è tra le più pericolose, poiché può causare soffocamento, infezioni gravi e, come in questo caso, esiti fatali”.E’ fondamentale che il personale medico dedichi il tempo necessario durante la visita pre-operatoria per spiegare al paziente ogni dettaglio relativo ai rischi e alle precauzioni da adottare. “Il paziente deve essere informato in modo chiaro e approfondito su tutto ciò che può accadere, inclusi i rischi legati al mancato rispetto del digiuno, alle allergie o a condizioni preesistenti”, aggiunge Faria. “Non basta fornire indicazioni generiche; è essenziale assicurarsi che il paziente abbia compreso pienamente l’importanza di seguire scrupolosamente le istruzioni”.Questa vicenda evidenzia quanto sia cruciale che lo staff medico non solo comunichi con precisione i rischi legati all’intervento, ma verifichi attentamente che tutte le condizioni di sicurezza siano rispettate prima di procedere. Un’attenzione scrupolosa al dialogo, all’informazione e alla preparazione può fare la differenza tra un intervento sicuro e un evento irreparabile.“Ogni intervento, anche il più semplice, comporta dei rischi”, afferma Skerdi Faria. “E’ per questo che affidarsi a cliniche o ospedali attrezzati e seguire rigorosi protocolli di sicurezza è una scelta imprescindibile per garantire la salute e la vita del paziente”, aggiunge.Questa tragedia deve servire come un monito sia per i pazienti che per gli operatori sanitari, ribadendo l’importanza di un ambiente chirurgico sicuro e di un’accurata preparazione pre-operatoria. Solo attraverso un’attenzione costante alla sicurezza e alla comunicazione si possono evitare esiti fatali.
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