di Simona Balduzzi
Titolo originale : My Fair Lady
Paese: Regno Unito, USA
Anno: 1964
Durata: 171 min
Genere: commedia sentimentale, musicale
Regia: George Cukor
Soggetto: dall’opera Pigmalione di George Bernard Shaw dal musical My Fair Lady di Lerner e Loewe
Sceneggiatura: Alan Jay Lerner
Produzione: Jack Warner
Distribuzione in italiano: Warner Bros. Pictures
Fotografia: Harry Strading Sr.
Montaggio: William H. Ziegler
Musiche: Alan Jay Lerner, Frederick Loewe , André Previn
Scenografia: Cecil Beaton , Gene Allen, Malcolm C. Bert, George James Hopkins
Costumi : Cecil Beaton , Michael Neuwirth
Trucco: Gordon Bau
Cast: Audrey Hepburn, Rex Harrison, Stanley Holloway, Wilfrid Hyde-White, Gladys Cooper , Jeremy Brett, Theodore Bikel, Mona Washbourne, Isobel Elsom , Katharina Henckel von Donnersmarck, John Holland
La favola romantica in pieno Technicolor , ci mostra una deliziosa Eliza Doolittle (Audrey Hepburn) che passeggia sotto la pioggia per le vie di Londra a vendere violette . L’ adattamento per il grande schermo del Pigmalione di Bernard Shaw non differisce molto dal musical di Broadway del 1956, dove la Hepburn fu scelta al posto di una giovanissima Julie Andrews. Sarebbe impossibile immaginare “My Fair Lady”(1964) - tratto dall’omonimo musical del 1956 e diretto da George Cukor - senza Audrey Hepburn. Il regista statunitense , erede di immigrati ungheresi a New York di origine ebraica , fu tanto prezioso ad Hollywood come al vasto pubblico, al quale ha lasciato film indimenticabili - “Labbra proibite”(1932), “Preanzo alle otto”(1933) , “David Copperfield”(1935) , “Il diavolo e’ femmina”(1935), le prime tre settimane di riprese di “Via col Vento”(1939) , “Scandalo a Philadelphia”(1940)…
Ad ammaliare, e’ tutto l’incanto della donna-bambina che pretende il rispetto di uno scapolo egocentrico. I fondali dipinti e le grandi scenografie che ricostruiscono gli ambienti esterni , danno spazio alla protagonista in tutto il suo talento. E laddove la finzione diventa essa stessa parte della messa in scena Cukor immagina il palcoscenico come un quadro dove i personaggi si animano . Emerge nei personaggi una incrollabile dignita’: un contegno che mostra come la misurazione eviti , anche in scena , volgarita’ di ogni tipo .Il film - che portò a casa otto statuette , divenne in Italia un caso di studio.
Trama
Il glottolo britannico (professor Higgins), scommette con l'amico Pickering (Wilfrid Hyde-White) di riuscire a trasformare la povera fioraia Eliza Doolittle ( Audrey Hepburn)
in una dama dell'alta classe entro sei mesi.
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