"Ve lo avevamo detto": riproponiamo il pezzo che il nostro editorialista aveva scritto a caldo martedi 16 luglio... e che oggi ci assicura che comunque vincerà Trump.
di Massimo Lucidi
Dalle grandi tragedie l'America ha sempre saputo rialzarsi e rivendicare l'unità; come Nazione che guarda al Futuro con Speranza e diritto alla Felicità. Anche questa volta lo saprà fare. In questo momento storico in cui il mondo liberale è in evidente difficoltà con una guerra in Europa, un conflitto atroce riaperto in Terra Santa, un policentrismo inedito in cui la Cina dà più di un pensiero e lo stato confusionale in Europa persa dietro gli Antifa, la campagna elettorale di due ottuagenari aveva bisogno di una scossa... E che scossa ha ricevuto... Bisognava guardare all'America profonda, a Butler dove la Jeep nel 1941 aveva ridato fiato e protagonismo all'industria a stelle e strisce, per trovare lo scemo del paese a cui non si può certo negare un RX e tentare alla vita del 45esimo e forse del 47esimo presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump. E cosa ne viene fuori dall'attentato? Una immagine fortissima che tutti abbiamo pubblicato, usato, condiviso e qualcuno umilmente pure suggerito. A me ricorda Iwo Jima: vedete il celebre monumento dove il sacrificio di tanti e una serie di corpi riescono a tenere alta la bandiera. Lo ritrovate nell'immagine usata pure da Time che pare pure suggerire #unitedwestand #ingodwetrust giusto per rimanere sul patriottico. Altre due gaffes di Biden e il gioco è fatto. La democrazia è salva e Donald eletto tra vecchie bugie e nuove energie, nonostante l'avanzare degli anni promette Pace e cambiamenti positivi dell'ordine mondiale. Ma resta il tema di fondo nelle democrazie liberali: la libertà e la democrazia interna ai partiti al di là e al di quà dell'Atlantico.
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