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redazione

Al via su Rai2 “L’altra Italia”




ROMA (ITALPRESS) – Il direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini assicura che con “L’altra Italia” (da giovedì 3 ottobre in prima serata su Rai2) “puntiamo a uno sguardo plurale con un linguaggio innovativo” e il conduttore Antonino Monteleone è d’accordo con lui: “Sento la responsabilità di costruire uno strumento che ci consenta di guardare la realtà insieme ai giovani con uno sguardo fresco. C’è una parte dell’Italia che non si accontenta delle opinioni degli altri. E, leggendo i quotidiani, hai la sensazione di avere perso una parte del racconto. La politica è pensata e raccontata con un linguaggio rivolto a un pubblico qualificato che esclude chi vorrebbe capirne di più. Questo respinge giovani e giovanissimi”. Lui, del resto, le opinioni le ha ben chiare, a partire dal fatto che nel suo programma sarà sì “un arbitro ma con la mia personalità. È un elemento di trasparenza sapere che ho idee molto nette. Non c’è riserva su alcun argomento, la trasmissione è di tutti ma bisogna assumersi la responsabilità di mettere alcuni punti fermi”. Sul ponte sullo Stretto, ad esempio, che caldeggia al punto di averne voluto “un pezzo” nella scenografia: “Il ponte sullo Stretto è stato per molti anni un’opera sulla cui fattibilità tecnica si sono accumulate affermazioni antiscientifiche. Io penso che nel 2024 abbiamo capito i rischi di far passare questo genere di affermazioni in un dibattito tecnico. Il problema del ponte è politico, così come lo è decidere se si può fare o no”. Idem il nucleare su cui si è riaperto il dibattito perché inserito nei piani energetici del governo: nella scenografia ci sarà il mix delle energie “perché siamo un Paese con un livello di CO2 che ci tiene lontani dagli obiettivi che, invece, i Paesi nordeuropei raggiungeranno. Il dibattito serve a evidenziare cosa è politico e cosa no”. E, ancora l’Ucraina (“L’idea che non si debba difendere non è più rara, una parte dell’opinione pubblica coltiva un sentimento anti-occidentale che fa paura”) e la guerra in Medio Oriente di cui parlerà nella prima puntata: “Siamo alla vigilia del 7 ottobre, quello del più grande massacro di ebrei avvenuto nel mondo dopo la Seconda guerra mondiale. Dedicheremo del tempo a capire cosa è successo senza scadere nell’inversione causa-effetto. Le decine di migliaia di morti innocenti vengono strumentalizzate ma è giusto ricordare com’era il mondo un anno fa e cosa ha significato quel massacro”. C’è spazio tra l’altro, nella prima puntata anche per un reportage da San Luca, nella “sua” Calabria: “Siamo andati in provincia di Reggio Calabria, tra Careri e San Luca (il cui Comune è stato sciolto nel 2013 per infiltrazioni della ‘Ndrangheta e dove, dal giugno 2024, c’è un commissario prefettizio per la mancata presentazioni di liste elettorali, ndr), per raccontare i giovani che vivono in quelle zone. Ci chiediamo: ma Ursula von der Leyen lo sa che esiste San Luca? E chi vive lì sa che fa parte di un progetto che si chiama Unione Europea?”. Monteleone ammette che “non è stato facile andare a San Luca, è un territorio che ha avversione per l’occhio della stampa (e non solo visto che nel 2019 non è stato permesso alle troupe della Rai di girare una fiction sulla strage di Duisburg, ndr) e io stesso faccio parte di quelli che sono stati mal tollerati. È vero che c’è una presenza forte dell’antistato ma penso ci sia anche qualcosa di più profondo che la lente di osservazione di un giornalismo che si prende il tempo e la pazienza può scavare in profondità”. Con “L’altra Italia” l’approfondimento giornalistico torna su Rai2 e, naturalmente, c’è attesa per i risultati di ascolto. Monteleone, tuttavia, si dice certo che “impegnandoci al 100% la qualità sarà molto alta e il pubblico imparerà a riconoscerci e affezionarsi”. Corsini concorda: “Come tutti i programmi avrà bisogno di tempo per crescere e trovare il suo pubblico come è sempre accaduto in passato”.

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